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In 7.000 alla manifestazione "NON PIEGHIAMO I DIRITTI"


"Siamo pronti a ragionare e a fare qualche sacrificio, ma non se il tema è come fare cassa con le pensioni"



VENERDI' 27 GENNAIO 2012 - nostro articolo

di Valentina Da Rold
Si è tenuta ieri, al Mediolanum Forum di Assago, l'Assemblea interregionale della CGIL delle regioni del Nord Italia, conclusa dal Segretario generale Susanna Camusso.

Oltre 7.000 delegati e dirigenti hanno partecipato alla manifestazione aperta, dopo un breve saluto del Segretario generale della Camera del Lavoro di Milano Onorio Rosati, da una relazione di Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia.
 
Nando Pagnoncelli, Presidente dell’IPSOS, ha illustrato alcuni dati sulle ricadute della crisi, il Segretario generale della CGIL Piemonte Alberto Tomasso, si è soffermato sul documento unitario al centro del confronto tra il governo e le parti sociali mentre il Segretario generale della Cgil veneta Emilio Viafora, ha affrontato la questione dell'occupazione giovanile, cui è seguito l'intervento una giovanissima studentessa dell’Unione degli studenti universitari di Padova, Sofia Rossi.

Hanno poi preso la parola Serena Morando, insegnante, delegata della FLC Piemonte, Davide Stoppa, Delegato FILCTEM in cassa integrazione alla Montefibre di Venezia, Abdou Faye, senegalese, componente della Segreteria FILCAMS del Friuli Venezia Giulia, Enrico Poggi, Delegato FILT al Porto di Genova, Emanuela Luraschi, Coordinatrice lombarda per la FISAC in Equitalia Nord, Silvia Grinzato, Responsabile della FLAI e di NIDIL per la CGIL Alto Adige - Sud Tirol con un intervento particolarmente apprezzato dalla platea dei partecipanti (che potete ascoltare cliccando qui), Fulvio Matarrese, RSU SLC del Corriere della Sera di Milano, Matteo Marzano, delegato FIOM alla LEAR di Grugliasco (To), Manuela Noli, pensionata della Lega SPI di Genova Levante, Alessandra Ghirotti, Delegata Funzione Pubblica, Assistente sociale nel Comune di Montorfano (Como), Daniele Tonezzer, operaio edile della FILLEA del Trentino.
 
Susanna Camusso, nel suo intervento conclusivo ha spiegato che la protesta degli autotrasportatori "sta facendo aumentare l'inflazione" e ha chiesto di "ascoltare le ragioni", ma anche di non cedere "a frammentazioni e corporazioni".

Questi i punti principali del discorso del Segretario Generale della CGIL: 

"Non siamo qui a rappresentare un Nord del Paese attraversato dalla crisi. Al contrario: noi non deleghiamo a nessuno la rappresentanza generale del lavoro, tantomeno apprezziamo le posizioni di chi ha contribuito a questa lunga fase buia dell’ultimo ventennio. Ci sono responsabilità del governo precedente che il Paese sta ancora pagando duramente.  
Non si può chiedere i sacrifici sempre a qualcuno mentre a qualcun altro si riconosce la corporazione, e diritti non si sa bene come acquisiti.
Le liberalizzazioni, così come sono state fatte, producono divisioni nel Paese e accentuano le spinte delle corporazioni.
Un sindacato è tale se si mantiene sempre autonomo, se riesce a dire cosa va bene e cosa no nell’azione del governo, anche nelle fasi di emergenza.
La manovra finanziaria ha ancora troppi tratti comuni con l’iniziativa del governo precedente, ed è troppo recessiva. 
La fase due deve cominciare qui e ora: la manovra sulle pensioni va cambiata perchè da una parte colpisce i diritti in capo alle persone e dall’altra non fornisce certezze ai giovani. Anzi, siamo ormai alla programmazione della loro povertà futura. 
Noi siamo anche disposti a ragionare e a fare qualche sacrificio, ma non se il tema è come fare cassa con le pensioni. 
Occorre sbloccare le risorse che ci sono e che molti enti locali non possono utilizzare per il “patto di stabilita”.

La Fiat, invece di presentarci degli spot, ci dica cosa vuole produrre in questo Paese, quali modelli nuovi si vogliono produrre negli stabilimenti italiani. 
Ci vogliono scelte, investimenti e qualità, ci vuole “cura” per questo Paese. E ci vuole cura per il lavoro che è l’unica cosa che produce ricchezza davvero.  
Non basta occuparsi delle regole, ma bisogna parlare anche di un piano di sviluppo
C'e' sempre un'idea di riduzione dei diritti, mentre è evidente a tutti che si tratta di una strada che apre contraddizioni e non rimette certo in ordine i conti dello stato.
Un Paese che si rassegna all'idea che una grande azienda possa decidere chi rappresenta i suoi lavoratori, è un Paese autoritario e antidemocratico. “Chi rappresenta chi” devono deciderlo i lavoratori e gli iscritti, non un'impresa o un governo.

Abbiamo bisogno di uno straordinario investimento sulla scuola pubblica, nazionale e laica. 
I consumi riprendono solo se ci sono soldi da spendere non prolungando gli orari di apertura dei negozi. 
Noi vogliamo che si ricominci ad avere cura del lavoro pubblico, svillaneggiato per anni (per qualcuno erano i “fannulloni”).
Se una lavoratrice decide di fare un figlio, deve sapere che tornando troverà il suo posto di lavoro senza essere licenziata o mobbizzata.
Ripristinare la legge sulle dimissioni in bianco, che è stata cancellata dal precedente governo, sarebbe anche un grande segnale di cura della legalità.  
Bisogna spostare il peso della tassazione, che oggi grava troppo sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni.  
L’infermiera dell’ospedale o l’operaio alla catena di montaggio non possono aspettare 70 anni prima di andare in pensione.
Occorre una norma che assicuri equilibrio tra tempo di lavoro e prospettiva di una vecchiaia decente
La nostra difesa della cassa integrazione è la difesa del patrimonio manufatturiero e industriale di questo Paese. 
Vedo un grande rischio nel modo con cui il governo ha approcciato la questione del mercato del lavoro: se si lascia tutto immutato, si condannano i giovani alla precarietà. Bisogna dare una condizione unica a tutti i soggetti. 
La libertà e la democrazia passano attraverso la riduzione delle diseguaglianze”.

Per ascoltare l'intervento di Susanna Camusso cliccare qui

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