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I sindacati ai politici: «Cambiamo rotta»

 

L’allarme: «Anche Luxottica sta delocalizzando». E il candidato del Pd Baretta lancia un piano industriale nazionale

 

MARTEDI' 19 FEBBREIO 2013 - Corriere delle Alpi

 

BELLUNO. Dalla chiusura prevista per il 5 agosto dell’Invensys ai contratti di solidarietà dell’Ideal Standard che scadranno il 31 dicembre; dalla moria di imprese artigiane alla disoccupazione all’11%, per arrivare al terzo stabilimento di Luxottica in costruzione in Cina, dove saranno impiegati 10 mila lavoratori (che dovrebbero salire a 15 mila nel 2015): da ogni parte della provincia e da ogni settore, in crisi o meno, arriva lo stesso appello alla politica: servono azioni per rilanciare l’economia e per offrire una prospettiva di futuro a questa provincia. Come? Spetta alla politica indicare la “cura”, ma bisogna fare presto. Su una cosa sono tutti d’accordo: questa è l’ultima chiamata per cambiare, poi sarà troppo tardi.

  

Su questi temi per tutta la giornata di ieri si è confrontato il capolista alla Camera per il Pd, Pierpaolo Baretta, che ha incontrato i lavoratori e le rsu delle varie realtà produttive bellunesi, accompagnato dai candidati De Menech, Visalli e Bettiol. A fare da sfondo la sfiducia nella politica da parte della gente.

  

Le situazioni critiche. «Il 5 agosto 160 persone saranno licenziate da un’azienda che ha sempre ridotto nel corso degli anni il numero dei lavoratori in un settore dove la tecnologia va avanti, ma la fabbrica è rimasta ferma. Il problema è che molto spesso queste multinazionali agiscono in barba alle responsabilità sociali verso il territorio e su questo servirebbe una regolamentazione», hanno chiesto Marino Svaluto Moreolo della Rsu della fabbrica e Valentino De Bona ex rsu. I rappresentanti sindacali hanno quindi ravvisato il bisogno di un impegno della politica a sgravare fiscalmente lavoratori e imprese per permettere il rilancio e rendere più appetibile il territorio ai finanziamenti esterni.

  

A delineare un quadro preoccupante è stato anche il segretario della Fim Cisl, Bruno Deola, che ha lanciato la proposta di «una solidarietà nazionale, dove le imprese in salute possano riassorbire i lavoratori senza impiego, riducendo però l’orario di lavoro e facendo recuperare i soldi perduti con una riduzione delle tasse».

  

Resta, però, come ha ribadito Marina Bernardi della Fim Cisl, «il problema di chi non cerca nemmeno più il lavoro, soprattutto tra i giovani penalizzati dalla riforma Fornero. Se l’Italia non riacquisterà una nuova moralità, non ci sarà futuro». «I nostri soldi vengono sprecati in maniera vergognosa, serve una grande pulizia», ha detto anche Sonia Gianna, rsu Cisl della Dixell di Pieve d’Alpago, multinazionale con 130 lavoratori che continua a investire nel territorio. Il problema di fondo, quindi, sono i giovani. «Io ho 39 anni di lavoro e dovrò attenderne altri tre per andare in pensione, intanto mia figlia è a casa senza un lavoro», ha detto Marzio Bortot della rsu di Costan.

  

All’Ideal Standard la richiesta corale è per maggiori garanzie sul futuro dell’azienda, che a dicembre vedrà scadere i contratti di solidarietà. L’appello più accorato è venuto dal Comitato lavoro Dolomite, che ha chiesto espressamente che «se bisognerà fare tagli, lo stabilimento di Trichiana sia risparmiato per le sue peculiarità», ha dichiarato il presidente Paolo Dal Magro.

  

Ma anche laddove la situazione sembra tranquilla, le cose non sono proprio così. È il caso della Luxottica, presa ad esempio per il suo welfare, che però nasconde dei limiti non solo perché «non è facile trasferire questo abito ad altre realtà, ma perché questo accordo sindacale ha alle spalle un impegno importante da parte dei lavoratori. Ma come essere tranquilli, malgrado la crescita del gruppo, se questo sta realizzando il terzo stabilimento in Cina? Che fine faranno le imprese bellunesi?».

(intervento del coordinatore della R.S. Filctem/CGIL della Luxottica di Agordo Luigi Dell'Atti)

  

Di fronte a queste richieste Baretta ha parlato della necessità di un piano industriale nazionale, ma anche territoriale, per ridare slancio. Su questo si è impegnato a tornare, a due mesi dalle elezioni, per tracciare insieme ai territori il percorso da fare, rivendicando una «provincia autonoma speciale viste le vostre peculiarità».

  

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