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«STOP AGLI INTERESSI PERSONALI GOVERNO VERO PER IL PAESE»

 

Cgil, Cisl e Uil lanciano la mobilitazione dei lavoratori a livello territoriale per il fine settimana Allarme di Squinzi: non possiamo essere commissariati dall'Unione europea

 

MARTEDI' 01 OTTOBRE 3013 - l'Unità

 

di Massimo Franchi

Proprio nel giorno in cui dovevano trovarsi di fronte ad Enrico Letta per discutere dei contenuti della legge di stabilità, sindacati e Confindustria lanciano un grido d'allarme sul futuro del governo e sul rischio commissariamento. Quasi in contemporanea, da una parte i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil a Roma, dall'altra il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi a Milano. Un tandem per chiedere «un governo vero» che «porti avanti una legge di stabilità di svolta» riprendendo la lettera del 2 settembre in cui le parti sociali chiedevano un taglio forte del cuneo fiscale. Susanna Camusso, Luigi Angeletti e il padrone di casa Raffaele Bonanni si ritrovano in mattinata nella sede della Cisl a via Po. La discussione dura un paio d'ore nelle quali viene anche steso un documento dal titolo emblematico: «Serve un governo del Paese». L'attacco a Berlusconi è il punto di partenza: «Cgil, Cisl e Uil esprimono la loro preoccupazione per la crisi istituzionale causata dall'irresponsabilità di chi vorrebbe anteporre gli interessi personali alle condizioni del Paese. L'incertezza di queste ore determina gravi ripercussioni sulla nostra economia e rischio di far aumentare la pressione fiscale sul lavoro e sulle pensioni». Per tutte queste ragioni da parte sindacale arriva una mobilitazione immediata, sebbene limitata sul territorio. «Cgil, Cisl e Uil impegnano le loro strutture ad attuare, da subito, assemblee in tutti i luoghi di lavoro, a indire presidi in tutti i territori e a organizzare, nelle giornate di sabato e domenica prossima, volantinaggi con le nostre proposte nelle piazza e nei punti di maggiore incontro dei cittadini». Sugli sbocchi possibili della crisi la posizione di Cgil, Cisl e Uil è chiara. «Non ci interessano le formule, nessuna personalizzazione», scandisce Camusso. «Letta dovrebbe impostare il suo discorso sulle scelte da fare». «La ricerca della maggioranza dovrebbe partire dalle proposte», spiega Angeletti. Per la legge di stabilità le richieste sono riassunte in tre punti: «un'effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, una riduzione fiscale alle imprese collegata agli investimenti e all'occupazione, il completo finanziamento della cassa integrazione in deroga e la definitiva soluzione al problema degli esodati e dei precari della pubblica amministrazione, della scuola e della ricerca». Ma il programma di un eventuale «nuovo governo» non dovrebbe ridursi alla sola legge di stabilità. Per Cgil, Cisl e Uil infatti «occorre che il Parlamento cambi la legge elettorale, ridando ai cittadini la possibilità di scegliere, superando la logica personalistica della politica ». In più «bisogna affrontare il nodo della spesa pubblica, abbandonando i tagli lineari e realizzare invece un vero riordino strutturale, avviando un processo contrattuale di riorganizzazione della pubblica amministrazione ». «La situazione è drammatica e rischia di vanificare i sacrifici degli italiani in questi anni», sintetizza Bonanni. «La crisi arriva proprio nel momento in cui si poteva arrivare una svolta economica ». Susannna Camusso chiede a tutti i gruppi parlamentari «un soprassalto di responsabilità che porti non ad un qualunque governo, ma ad un governo che possa affrontare le emergenze industriali da Telecom a Finmeccanica ».

CONFINDUSTRIA E CONFCOMMERCIO Negli stessi minuti da Milano, a margine di un convegno, Giorgio Squinzi usava parole molto simili. «C'è una preoccupazione fortissima - ha detto - imbarcarci in quel che sta venendo avanti è una cosa folle». In particolare «credo che se arriviamo a sciogliere le Camere oggi certamente non si fa il decreto sulla legge di stabilità, o si fa comunque un pateracchio». «Mi auguro che tutta questa instabilità non porti a una precettazione del nostro Paese da parte dell'Europa, a una gestione commissariale: non vorrei che ci ritrovassimo nella situazione dell'ottobre 2011». «La crisi ci preoccupa perché rischia di vanificare i sacrifici che gli italiani tutti e le imprese hanno fatto in questi anni». Sulle responsabilità della crisi le parole sono più sfumate rispetto ai sindacati: «Non tocca a noi esprimere giudizi di tipo politico», così come sulla mobilitazione Confindustria non segue i sindacati: «Noi per principio non siamo favorevoli ad andare sulle piazze, specialmente in una situazione come questa». Un appello ad evitare la crisi arriva anche da Confcommercio. Per il presidente Carlo Sangalli «in queste ore la politica deve evitare battaglie di parte e ritrovare al più presto il filo del dialogo perché solo imboccando rapidamente questa strada si può rispondere alle emergenze economiche del Paese che si possono trasformare in tensioni sociali. Occorre scongiurare il rischio di una crisi al buio perché gli effetti sull'economia reale e sui mercati potrebbero essere peggiori del previsto».

 

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