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Propongo una no-fly zone per proteggere la verità e i cervelli delle persone


la micidiale manipolazione con cui viene costruito il consenso alla guerra in Libia


LUNEDI' 28 MARZO 2011 - MEGAchip Democrazia nella comunicazione

di Pietro Pagliani
Mentre i nostri baldi corrispondenti esteri tranciano i loro giudizi e le loro conclusioni su quanto avviene in Siria, vuoi standosene al Cairo o a Gerusalemme, ma per carità non a Damasco o altre località siriane, abbiamo trovato una giornalista che a Damasco c'è veramente. Guardate cosa racconta:
www.conbagaglioleggero.com.

Informo poi chi ancora non lo sapesse, che la famosa Al Jazeera la settimana scorsa ha ammesso di non avere nessun giornalista in Libia. E allora? Da dove venivano le notizie che questa rete televisiva lanciava e che tutti riprendevano a pappagallo

(i bombardamenti sui manifestanti - mai fatti da nessun dittatore, perché i dittatori usano altri mezzi - i 10.000 morti in tre giorni, le fosse comuni poi risultate fosse scavate durante la ristrutturazione del cimitero di Tripoli, ecc...)?

Da dove venivano? Dal tenore delle notizie io una risposta già ce l’avevo: dalle veline degli insorti.

Pare che l’abbia azzeccata. Guardate queste dichiarazioni (da non perdere), non di un giornalista di un media “estremista” bensì della RAI: http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/5897-ecco-tutte-le-bugie-che-ci-hanno-raccontato-sulla-guerra-libica.html

Ma chi sono questi insorti? Due dei principali capi dell'insurrezione sono noti: il segretario del cosiddetto Governo Provvisorio di Bengasi è Mustafa Mohammed Abud al Jeleil, che fino al 21 febbraio era il ministro della giustizia di Gheddafi. L’altro uomo forte dei ribelli «civili» di Bengasi è il generale Abdul Fatah Younis, già ministro dell’interno di Gheddafi e prima capo della polizia politica.

Le tribù ribelli, ci dicono alcune analisi approfondite, sembra che si siano infuriate perché a causa della crisi finanziaria in cui l’apertura liberista di Gheddafi aveva invischiato l’economia e soprattutto la finanza libica, non ha permesso di rinnovare i ricchi “contratti” tra governo di Tripoli e capitribù.

Se poi ricordiamo che la Libia non aveva attaccato nessuno stato sovrano (cosa che tra l’altro rende del tutto illegale l’intervento armato dei volenterosi), queste considerazioni dovrebbero bastare per fare piazza pulita di ogni tentativo, spesso ripetuto, di parallelo con l’intervento degli USA nella seconda guerra mondiale e i suoi esiti di democratizzazione dell’Italia.

Possiamo infine rilevare che se una volta i colonialisti per andare a mettere le loro manacce su altri Paesi rischiavano qualcosa (a volte anche seriamente), qui invece non stiamo assistendo a dei combattimenti, ma al tiro al bersaglio, o meglio al tiro al piccione (tra l’altro abbondantemente fuori dal già fetido nullaosta ONU, perché imporre una no-fly zone non significa fare il tiro al bersaglio sulle colonne di un esercito per favorire le colonne di un altro esercito).

Se quindi l’imperialismo era già un faccenda immorale, adesso è orrendamente immorale.

Tiro al bersaglio in Libano, aerei senza pilota a massacrare i civili in Pakistan. Incidentalmente voglio vedere chi avrà il coraggio di accettare il prossimo Nobel per la Pace e diventare così collega del criminale Mr. Obama, degno successore del criminale Mr. Bush.

E dato che abbiamo citato la genia dei Bush, a proposito di fosse comuni vi ricordate che le trincee irachene furono trasformate in fosse comuni di sepolti vivi dai bulldozer americani che bombardarono e ricoprirono di sabbia migliaia di soldati iracheni che si erano arresi durante la Guerra del Golfo (si vedahttp://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=1219)?

C’è bisogno di ricordare questo per capire dove sta il nuovo nazismo, se proprio si vuole tirare in ballo questo termine? O dobbiamo aggiungere che Madeleine Albright, Segretario di Stato del santificato (da sinistra) Clinton, disse di fronte ad una stupefatta giornalista TV che 500.000 bambini iracheni morti erano un “prezzo giusto”?

O dobbiamo anche ricordare i due milioni di morti in Vietnam?

Ma consoliamoci: la democrazia sta vincendo nel Maghreb e tra poco trionferà anche nel Mashreq.

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