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Niente lavoro ai cinesi, i sindacati si spaccano, la questione «brucia»


«Il problema dell’occupazione», afferma Colferai, «deve essere trattato in maniera diversa. Non possiamo scatenare guerre fra poveri»


SABATO 25 SETTEMBRE 2010 - Corriere delle Alpi

di Cristian Arboit 
BELLUNO. C’è chi appoggia e rilancia, chi puntualizza, chi ancora prende le distanze. All’indomani dell’incontro con Luxottica durante il quale il capogruppo del Pdl, Dario Bond, ha chiesto di preferire i bellunesi in difficoltà alla manodopera straniera, cinese in particolare, le reazioni sono diverse.  Sul fronte si spaccano i sindacati. Contraria la Cgil, favorevole con riserva la Cisl.  Una cosa è certa: l’appello di Bond, riportato ieri dal nostro giornale, va a toccare un nervo scoperto.   Cinesi usa e getta? «Non possiamo usare gli stranieri quando ci fanno comodo e poi sbarazzarcene», tuona dalla Filtcem-Cgil Giuseppe Colferai.  «E’ giusto dare un futuro anche a loro. Quelli che lavorano nelle nostre fabbriche, pagano le tasse e la previdenza. E’ anche grazie a loro se l’Inps può erogare le nostre pensioni».  Colferai ricorda l’acquisizione della Bottega di Quero da parte di Luxottica alcuni anni fa: «In quella fabbrica ci lavoravano quasi ottanta lavoratori. Tutti cinesi. Cosa dovremo fare adesso? Mandarli via o non rinnovare loro il contratto?».  «Il problema dell’occupazione», afferma Colferai, «deve essere trattato in maniera diversa. Non possiamo scatenare guerre fra poveri».   La crisi cambia tutto. L’analisi della Cisl è diametralmente opposta. «Se questa proposta fosse stata fatta soltanto due anni fa, avrei parlato di una sparata, mentre oggi è un tema che dobbiamo approfondire», afferma Nicola Brancher, segretario provinciale della Femca-Cisl. «In un momento nel quale il trenta per cento delle attività naviga in cattive acque ed è in dubbio, dobbiamo adottare delle politiche di salvaguardia».  Insomma, per Brancher occorre distinguere tra situazioni pre e post crisi. «Sono concettualmente d’accordo con la proposta di Bond. I bellunesi in difficoltà sono troppi e i fabbisogni di manodopera straniera sono cambiati».  Per il sindacalista però serve cautela: «Penso che sia necessario fare un monitoraggio dei flussi per capire l’entità del fenomeno».   L’obiezione. Non sembra stupito della proposta di Bond, il consigliere del Pd Sergio Reolon: «Anche quando ero presidente della Provincia la nostra priorità era favorire la manodopera bellunese. Penso che su questo tutti siamo d’accordo».  Il problema per Reolon è però politico: «C’è contraddizione tra quello che fa Bond e lo spirito liberista della sua parte politica, che finora, a tutti i livelli, ha dimostrato di non avere nessuna idea per lo sviluppo della nostra economia».  Reolon poi entra nel merito della proposta di Bond: «Lui parla di giovani e famiglie monoreddito, io penso che la grande emergenza siano i disoccupati over 40».   La stoccata. «Fa piacere che Bond abbia potuto convergere su quanto sostiene da tempo la nostra amministrazione», afferma l’assessore provinciale al lavoro, il leghista Stefano De Gan. «Ma l’appello va esteso a tutti i settori economici, dalle aziende più grandi a quelle artigiane e ai servizi».  De Gan prende spunto dal premio “Impresa etica” consegnato in questi giorni proprio a Luxottica: «Per tutte quelle aziende che redigono il bilancio sociale, la Provincia sta valutando di assegnare una certificazione per chi assume bellunesi».  E qui De Gan cita il libro verde della Commissione europea.  Non manca infine una stoccata al consigliere Pdl che tocca a sua volta un nervo scoperto: «Sicuramente più incisiva potrebbe essere l’azione di Bond qualora si adoperasse, accanto all’assessore regionale Donazzan, per sbloccare le procedure sull’apprendistato e attivare quegli assi del Fondo sociale europeo che potrebbero favorire davvero proprio i nostri bellunesi», conclude quindi l’assessore provinciale De Gan.

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